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Marte

Generalità

Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole. Alcuni suoi parametri orbitali, quali l'inclinazione dell'asse di rotazione e la durata del giorno, lo rendono abbastanza simile alla Terra. A differenza di questa ultima, tuttavia, Marte presenta un'atmosfera molto rarefatta, temperature medie superficiali più basse e dimensioni assai ridotte (il suo diametro è solo la metà di quello terrestre).

Il simbolo astronomico del pianeta è la rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia.

E' detto anche "pianeta rosso" per il suo caratteristico colore, dovuto all'ossido di ferro che abbonda sulla sua superficie. Marte è di gran lunga il pianeta più facilmente individuabile da Terra, per via della grande luminosità relativa e del caratteristico colore rosso. Per questo motivo già le popolazioni antiche lo associavano all'immagine di Ares/Marte, dio del fuoco e della guerra. Questo pianeta è stato sempre indicato come il più probabile candidato ad accogliere la vita sulla sua superficie, perchè le sue condizioni ambientali sono quelle che più si avvicinano a quelle terrestri, tra tutti i pianeti del Sistema Solare.



Caratteristiche tecniche

Caratteristiche Orbitali

Periodo di Rivoluzione 686.98 g
Periodo di Rotazione 24h 37m 23s
Inclinazione Assiale 25.19°
Distanza dal Sole min. 204.520.000 km (perielio)
max 246.280.000 km (afelio)

Caratteristiche Fisiche

Raggio

3397 Km

Massa

6.421x10^23 Kg

Densità

3.94 g/cm3

Gravità

3.72 m/s^2

Satelliti 2 (Phobos e Deimos)

Caratteristiche Atmosferiche

Pressione Atmosferica

7.0 mbar

Anidride Carbonica

95%

Azoto

2.7%

Argon

1.6%

Vapore Acqueo

0.03%

Ossigeno

0.13%

Monossido di Carbonio

0.07%

Ossido Nitrico

0.01%


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Cenni Storici


Solo sul finire del XVIII secolo, attente osservazioni consentirono la scoperta dei due satelliti naturali, Phobos e Deimos, probabilmente asteroidi catturati dalla gravità del pianeta. L'esistenza di tali satelliti era già stata postulata da tempo, tanto che oltre un secolo e mezzo prima Jonathan Swift ne citava alcuni dati orbitali approssimativi ne "I viaggi di Gulliver". Mappa della superficie di Marte disegnata da Schiaparelli Nello stesso periodo un'errata traduzione dei lavori di Schiaparelli, astronomo italiano, portò il mondo scientifico a credere che su Marte vi fossero canali irrigui artificiali, mentre effettivamente lo scienziato aveva solo parlato di grandi solchi sulla superficie.
Le aspettative del grande pubblico vennero disattese quando, nel 1965, la sonda Mariner 4 raggiunse per la prima volta il pianeta, non rilevando segni di costruzioni. Il primo atterraggio di sonde automatiche avvenne undici anni dopo, nel 1976, con le missioni Viking I e II, ma non vennero rilevate tracce di vita o di composti organici in superficie. Dal finire dello scorso secolo Marte è stato nuovamente meta di numerose sonde, statunitensi ed europee, che hanno portato a un significativo miglioramento delle nostre conoscenze sul pianeta. La strada è forse spianata per il primo sbarco umano nei prossimi decenni.

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Atmosfera

L'aspetto del cielo marziano, spesso sconvolto da tempeste di sabbia, ha una colorazione rosata. L'atmosfera di Marte, che in passato era decine e centinaia di volte quella attuale, ha una pressione al livello del suolo (dove la temperatura media è inferiore a -60°C, ai poli raggiunge valori di -128°C mentre nelle regioni equatoriali sono possibili temperature di +30°C) di circa 0,07 barie, circa il 7% di quella terrestre.

Essa è composta principalmente da anidride carbonica (95%), ma contiene anche azoto biatomico (2,7%), argon (1,6%), tracce di ossigeno, vapore acqueo, monossido di carbonio, cripton e xenon. La circolazione aerea su Marte appare fondamentalmente governata dalle modificazioni stagionali cui vanno incontro le calotte polari: il loro estendersi genera, con il raffreddamento che ne consegue, il costituirsi di un gradiente termico che agisce da motore per le correnti atmosferiche. Lo spirare dei venti marziani si manifesta spesso in formazioni nuvolose di tipo ciclonico, così come appare in immagini rinviate dalle sonde automatiche. La rarefazione atmosferica favorisce nei venti lo sviluppo di velocità dell'ordine dei 200 km/h, tali da dimostrarsi capaci di sollevare grandiose tempeste di finissima sabbia che offuscano tutto, e che si rendono sovente visibili anche nel corso di osservazioni dalla Terra. È comprensibile che attualmente il vento costituisca il principale agente di erosione del suolo marziano, sul quale esso deposita e sposta variamente campi grandiosi di dune.

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