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[ biografia ]

Tiziana TrabucchiTiziana Trabucchi è una geologa milanese laureatasi all'Università di Pavia.

Durante il corso degli anni ha lavorato per una società geotecnica con sede a Milano raccogliendo dati inclinometrici in diversi luoghi, ha lavorato anche come volontaria nella divisione di petrografica del Museo di Storia Naturale di Milano dove, per alcuni anni, ha collaborato al completamento della classificazione delle sezioni sottili; oltre a questo ha partecipato anche ad alcuni scavi paleontologici condotti nelle montagne della Lombardia dove sono stati trovati molti fossili appartenenti al periodo triassico.

A Milano ha frequentato un corso diagnostico sul restauro di costruzioni e dopo ha partecipato a due stage organizzati da una società coinvolta nello stesso campo; ha continuato a lavorare per questa società conducendo una serie di studi e analisi per capire la degradazione dei materiali naturali usati nella costruzione di alcuni antichi monumenti italiani. Ha poi seguito suo marito Marco nella parte fiamminga del Belgio dove ha vissuto felicemente per tre anni; durante questo periodo di tempo a Antwerp, la capitale mondiale del commercio di diamanti, ha partecipato a un corso sulla classificazione e l'identificazione dei diamanti.

È affascinata (accanto alla possibilità di scoprire la vita al di fuori del nostro pianeta con le sue conseguenze storiche, filosofiche e teoriche) dallo studio di materiali planetari inorganici e dall'idea che con l'esplorazione spaziale potrebbero essere scoperti nuovi materiali con conseguenti progressi tecnologici. Ama molto viaggiare intorno al mondo, ama la musica, gli animali (è orgogliosa proprietaria di due bei gatti), è interessata al restauro di case storiche e alla progettazione dei loro interni e in ultimo, ma non meno importante, è un'appassionata lettrice di Stephen J. Gould.



[ tiziana ci racconta la sua esperienza - a cura di margherita ]

L'incontro con Tiziana Trabucchi è avvenuto in uno dei primi pomeriggi caldi di Giugno ed è stata un'esperienza interessante, istruttiva e molto piacevole.
Devo ammettere che l'idea che mi ero fatta su una geologa che ha partecipato a due progetti della Mars Society si è rivelata molto diversa dalla realtà. Quando si parla di ciò che riguarda le scienze aerospaziali si pensa a qualcosa di lontano dalla vita quotidiana e si immagina che anche le persone che ne sono coinvolte possano esserlo. Invece proprio le prime parole di Tiziana smentiscono questa idea che, come lei stessa ci testimonia, è molto diffusa soprattutto in Italia.
Il filo conduttore di questo incontro sarà infatti di sottolineare come le tecnologie aerospaziali contribuiscano al miglioramento del quotidiano e ne è una testimonianza il fatto che da esse derivino alcuni strumenti fondamentali per l'uomo moderno come i satelliti, la TAC o il velcro.
I due progetti a cui Tiziana ha partecipato seguono questo obiettivo cercando il progresso tecnologico con il miglioramento dell'equipaggiamento o delle attrezzature nelle missioni spaziali, ma anche pongono l'attenzione sul fattore umano, sull'integrazione nel gruppo.

Come possiamo ritenere questo atteggiamento lontano dall'uomo?

Nel raccontare queste esperienze Tiziana afferma che sono state per lei motivo di arricchimento sia professionale che personale. Un aspetto fondamentale dei due esperimenti è stato quello della convivenza forzata tra persone di origini, nazionalità e anche competenze diverse. Sul campo i risultati sono stati diversi.
Il Progetto Mona Lisa ha mostrato come sei donne possano collaborare in armonia al raggiungimento di un obiettivo comune sfatando il mito dell'incapacità del sesso debole di convivere pacificamente.
Rispetto al gruppo che ha partecipato alla spedizione nell'Isola di Devon, formato da tre donne e tre uomini Tiziana ci dice che il gruppo di Mona Lisa è stato più cooperativo e affiatato producendo risultati migliori. In entrambe le situazioni Tiziana ha testato con mano quanto sia importante trovare il giusto equilibrio nel gruppo per garantire la sopravvivenza della stessa missione, soprattutto nella prospettiva di una missione di lunga durata come quella su Marte.

Nel quotidiano le due missioni hanno comportato difficoltà diverse: innanzi tutto la location. Da una parte il Deserto dello Utah, che nonostante sia disabitato è comunque all'interno di uno stato americano, dall'altra l'Isola di Devon, isolata geograficamente dalla terra ferma, abitabile solo per pochi mesi l'anno a causa delle rigide condizioni climatiche e abitata dall'orso bianco, uno degli animali più feroci della terra. Paradossalmente Tiziana, parlandoci della missione nell'artico, dopo averci raccontato le difficoltà dovute alla carenza di acqua, con la necessità di razionare i consumi anche per le esigenze primarie, l'attenzione a non farsi male perché sarebbe stato difficoltoso essere soccorsi e ai ritmi di lavoro rigidamente scansiti ci ha confessato che la sua paura più grande era quella di dover sparare, in caso di attacco, ad un orso; cosa del tutto inconcepibile per lei che è amante degli animali.

Studio dei FossiliDal punto di vista del suo lavoro Tiziana ha avuto l'occasione di studiare numerosi fossili, trovati sia nel deserto americano che nell'artico, tra i quali spicca un fossile problematico che sarà oggetto di futuri studi.
Ha sperimentato strumenti che non conosceva e ha dovuto superare le difficoltà di compiere gesti meccanici e apparentemente semplici come l'osservazione degli estratti rocciosi con la tuta e l'attrezzatura da astronauta che rendeva tutto molto più lento e laborioso.

Concludiamo il racconto di questo incontro con una curiosità: Tiziana è entrata a far parte del progetto Mona Lisa rispondendo ad un bando di concorso esposto in bacheca all'Università di Pavia. Il suo amore per i viaggi e la scienza l'hanno portata decisamente lontano.

 

 

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